COSÌ FURONO PRESENTI ALL’AMORE. Due scritti inediti di Fabrizio Coscia

TRITTICO DI BACON

In una notte del 1960 a Londra, un giovane ladro entra in un appartamento nel West Land, ma fa troppo rumore e sveglia il proprietario della casa, un celebre e ricco pittore irlandese. Il ladro farfuglia qualcosa, non sa come giustificare la sua presenza, ma l’uomo, per tutta risposta, lo invita a spogliarsi e a infilarsi nel letto con lui. Da quella notte i due diventeranno amanti e resteranno insieme per undici anni, dando vita a una delle relazioni più burrascose e chiacchierate della storia dell’arte. COSÌ FURONO PRESENTI ALL’AMORE. Due scritti inediti di Fabrizio Coscia

FABRIZIO COSCIA, SOLI ERAVAMO

Tutte le vite straordinarie sono vite comuni. Non è vero il contrario. E questo precetto –fondamentale, giacché lo straordinario ci riguarda sempre –, basterebbe a racchiudere il senso di questo libro. In un’intervista Louise Ferdinand Céline[1] dichiara di aver «messo la pelle in gioco, perché non dimenticate una cosa: la grande ispiratrice è la morte. Se non mettete la vostra pelle sul tavolo, non avete nulla. Uno deve pagare. Quello che è fatto senza pagare sa di gratuito. Allora avrete scrittori gratuiti». In Soli Eravamo, il presagio céliniano è un fil rouge, un’enfasi dai contorni quasi paradossali[2] che a tratti ci fa sorridere, altri commuovere ma puntualmente ci restituisce l’umanità celata dietro le esistenze di coloro che, grazie a quella pelle sacrificata, ci parlano delle manie, delle fughe e dei deliri, dell’imprevedibile che è di tutti. FABRIZIO COSCIA, SOLI ERAVAMO