recensione di Arianna Olivari
“Non esistono sogni individuali, ma solo sogni collettivi e questo, è uno di quelli” S. Salgado
Una terra primordiale, ancora in gran parte vergine, è l’Amazzonia raccontata attraverso gli oltre 200 scatti di Salgado, frutto di 7 anni di lavoro infaticabile e di 48 spedizioni fluviali, aeree e via terra. La fotografia in b/n, che esalta l’intensità selvaggia e indigena dei ritratti umani e la forza dirompente della natura, evidenzia l’urgenza di adottare nuove prospettive e la necessità di tutelare e preservare l’incolumità di questo immenso e prezioso polmone verde.
Dalla penombra della sala, emergono le immagini e i suoni potenti di questa testimonianza sinestetica, visiva e uditiva. Lo spettatore viene preso per mano e condotto nel vivo della foresta, immerso in un doppio percorso tematico, tanto paesaggistico quanto umano, in quella che sembrerebbe essere una simulazione metaforica e tridimensionale dell’ambiente amazzonico stesso.
Tra maestose montagne, fiumi volanti, tempeste tropicali, isole, alberi, liane, fragore di immense cascate, sibili di vento, versi di animali sconosciuti, voci e canti indigeni in lontananza, lo spazio della sala, plasmato a immagine e somiglianza della foresta, prende vita esattamente secondo la sensibilità e l’idea di allestimento di Lélia Wanick Salgado (compagna di viaggio e di vita del maestro).
Riproduzioni di Ocas in ocra rossa (abitazioni indigene) e allegorie di fronde d’alberi (le immagini sospese nella sala) fittamente ravvicinate e dislocate lungo tutto il percorso, evocano un’esperienza immersiva, totalmente aliena agli scenari occidentali. È vivido il ricordo di storie, culture e insediamenti umani nel cuore della giungla, così isolati dal resto del mondo da sembrare irreali.
Ad accompagnare lo spettatore, la composizione musicale del maestro Jean-Michel Jarre, ispirata ai suoni autentici della natura.
Amazonia, unica tappa italiana dell’intero progetto, è l’espressione visiva di un’idea potente, di passione e amore per un territorio e per la vita che lo popola; è protesta, è richiesta d’aiuto, è fascino. È bellezza e fragilità. È esperienza suggestiva e ancestrale permeata da evocative immagini di antichi spiriti e da un alone di magia.
Sebastiao Salgado. Amazonia
A cura di Lélia Wanick Salgado
MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo
1 ottobre 2021 – 13 febbraio 2022
in collaborazione con Contrasto. Global partner Zurich, sponsor Bulgarelli Production.