RESIDENZA ARCADIA,
Daniel Cuello
Bao Publishing
Pagine: 176
In una periferia cittadina c’era una volta un condominio, i cui abitanti riuscivano con molta, molta fatica ad andare d’accordo. Tra chi litiga per le continue fotografie e chi nutre antipatie ataviche, Daniel Cuello immagina un microcosmo in cui alberga la vita comune ma con uno sfondo dittatoriale che può irrompere all’improvviso, lacerando famiglie, creando solitudini destinate a durare per tutta l’esistenza e fino a sgretolare le fondamenta del palazzo stesso – di una comunità, quindi, ed infine anche del mondo. Tra scenette umoristiche, spesso leggere e divertenti, Cuello riesce a definire i condomini anche grazie ai loro lati oscuri, che i vecchietti avevano nascosto e sepolto per anni e anni; ricordi di amori che furono, di ingiustizie subite, di un certo tipo di onore e lealtà che sempre più spesso lega le persone a se stesse più che alle altre.
Quello di Residenza Arcadia è un riso amaro, proprio come quello di chi vede Una vita difficile di Dino Risi, perché anche se in molti riescono a strappare sorrisi, in pochissimi sono capaci di far ridere e piangere al tempo stesso.
Vera Viselli