di Jamila Campagna
Renzo Arbore. La Mostra – visitabile fino al 3 aprile presso il museo MACRO Testaccio – La Pelanda di Roma – celebra i 50 anni della straordinaria carriera di Renzo Arbore e arriva nel trentennale di Quelli della notte. La mostra – con un allestimento curato dagli scenografi Alida Cappellini e Giovanni Licheri – ha un sottotitolo e un motto. Il motto campeggia all’ingresso, “Lasciate ogni tristezza voi ch’entrate”: una manciata di parole che ammiccano alla celebre frase sulle porte dell’Inferno dantesco, ribaltandola in positivo, aprendo subito il percorso espositivo in chiave pop surrealista. Citazionismo, ribaltamento di senso, gioco linguistico, tutti elementi di quel postmoderno di cui Arbore è padre e figlio al contempo. Il sottotitolo “Videos, radios, cianfrusaglies” inquadra bene tutto questo: i mezzi di comunicazione, la valorizzazione dell’intrattenimento e dello spettacolo su scala massificata, il gusto del bizzarro e del kitch nel collezionismo, via d’uscita dalla dimensione borghese, perché «occorre razzolare nell’inconsueto», come Arbore ama dichiarare.
Le cianfrusaglies di Arbore sono oggetti dell’immaginazione che arrivano al MACRO Testaccio direttamente dalla sua collezione privata, conservata gelosamente in casa: personaggi variopinti, strumenti musicali, oggettistica dissacrante, occhiali da sole bizzarri, borsette, radio, camicie, cravatte, gillet sgargianti – tra cui spicca un gillet-opera di De Pero. Oggetti raccolti durante i viaggi in giro per il mondo che messi insieme formano un merchandising particolare perché vissuto, sintesi di valore artistico, musicale, culturale, che diventa un tutt’uno con il valore umano e relazionale. Colori e musica, spezzoni televisivi, scenografie, spot pubblicitari, gadget, copertine di riviste e dischi, le teche del MACRO Testaccio raccontano un artista straordinario la cui carriera ha profondamente segnato la cultura italiana.
«Mi hanno attribuito l’invenzione dell’Altro» – dichiara Renzo Arbore – «L’Altra radio, L’Altra televisione, l’Altra domenica, l’Altra musica napoletana, indicando con il termine “Altro” il recupero di un intrattenimento di qualità nei miei programmi, prototipi di qualcosa di nuovo». E così è un Altro museo quello proposto in questa occasione: un’esposizione quasi etnografica dove viene mostrato anche l’effimero, condensato nei piccoli oggetti di una società dei consumi che si rinnova rapidissima e velocizza il processo di storicizzazione: la settimana scorsa è già passato remoto.
Nell’anteprima della mostra Arbore è brillante e affabile esattamente come la sua versione miniaturizzata che compare negli schermi dei televisori. Gli chiedo se non teme la transitorietà di questi oggetti, destinati a perire rapidamente, e la sua risposta è puntuale: «Questi sono oggetti destinati a sopravvivere; tutta questa roba sembrava destinata ad animare solo una breve stagione e invece sopravviverà perché, ad esempio, i gadget, prodotti in quantità negli anni ‘80, ora non li fanno più; allo stesso modo è stata sospesa la produzione delle bellissime borsette di plastica da donna della California e della Florida anni ‘30. Faccio sempre il discorso della sopravvivenza, anche artistica… perché la televisione che ho fatto si vede ancora oggi? Perché sono furbo: non ho fatto attualità!».
Nell’immaginario sconfinato di Arbore, mentre tutto passa in fretta, la plastica diventa emblema del senza tempo e la rarità e l’eccentrico delineano ciò che resterà. «Venire per credere!»
IL MURO incontra Renzo Arbore – Museo MACRO Testaccio – Roma from IL MURO on Vimeo.
Renzo Arbore. La mostra
Videos, radios, cianfrusaglies
“Lasciate ogni tristezza voi ch’entrate”
19 dicembre 2015 – 3 aprile 2016
MACRO Testaccio – La Pelanda
Piazza Orazio Giustiniani, 4 Roma
Orari:
dal martedì al venerdì ore 14.00 – 20.00
Sabato, domenica ore 10.00 -20.00
Aperto: 28 dicembre 2015,
4 e 6 gennaio e 28 marzo 2016 ore 10.00 – 20.00
La biglietteria chiude alle 19.00. Chiuso il lunedì.
Info e Prenotazioni
www.mostrarenzoarbore.it
call center 199 – 15 -11 – 21