di Vera Viselli
Sono tutte storie: è stato questo lo slogan di questa 15.ma edizione della Fiera della piccola e media editoria, promossa dall’AIE (Associazione Italiana Editori), che si è tenuta al Palazzo dei Congressi dell’Eur, a Roma, dal 7 all’11 dicembre 2016. Cinque giorni intensissimi, in cui si sono alternati incontri, dialoghi, laboratori – quindi possiamo dire, in tutti i casi, delle vere e proprie narrazioni – con autori e scrittori sia italiani e sia internazionali, ma anche con giornalisti, fotografi ed illustratori. Perché in realtà le storie non sono solamente quelle scritte: il racconto è forse stata sin dalle origini la più profonda, potente ed ancestrale forma di narrazione, la storia per eccellenza, ma quanto può aver guadagnato una storia con l’apporto dell’apparato visivo, sia esso cinematografico, fotografico o più semplicemente disegnato? Ci ha guadagnato un altro mondo, indubbiamente.
Ecco perché l’approccio scelto è stato quello multidisciplinare, che tende all’avvicendamento dei più vari settori editoriali – dal reportage d’inchiesta al racconto sportivo, dai musicisti/scrittori ai registi/lettori, non lasciando da parte però gli storici dell’arte e della divulgazione scientifica e né tantomeno il giornalismo, con una serie di incontri curati da Il Fatto Quotidiano e Più libri più liberi che hanno visto protagonisti Enrico Mentana, Furio Colombo, Marco Travaglio, Peter Gomez, finendo per coinvolgere ancora una volta la squadra di Gazebo, la fortunata trasmissione di Rai3. Gli ospiti presenti, però, non erano soltanto italiani: quest’anno la Fiera è stata inaugurata dal romanziere (già drammaturgo e sceneggiatore, a proposito di incroci di discipline) anglo-pakistano Hanif Kureishi, cui sono seguiti Marc Augé, Jan Brokken, Vedrana Rudan, Lena Ardesson, Jonathan Nossiter, Laura Lindstedt, mentre l’omaggio, per questa edizione, non poteva non essere dedicato a due autori italiani da poco scomparsi, fortemente protagonisti del nostro panorama culturale, intellettuale e letterario, ovvero Umberto Eco e Dario Fo.
Si accennava prima a come una storia possa dirompere attraverso altre vie, ed una di esse è certamente la fotografia: tra le novità di quest’anno c’è da sottolineare un ciclo fotografico che ha preso il nome di Più libri più fotografie, organizzato da Contrasto, così come lo spazio dedicato ai periodici culturali curato dal CRIC (Coordinamento Riviste Italiane di Cultura), consistente in un ciclo di tavole rotonde sulla libertà religiosa e di coscienza in Italia così come nel mondo, sulla nuova spiritualità, sui diritti civili e sull’integrazione. Tra le conferme, ovviamente non poteva mancare l’ampio spazio dedicato al mondo delle graphic novel ed alla letteratura per ragazzi: quest’ultima, in particolare, ha ritrovato Più libri più grandi (un progetto volto a far incontrare scrittori ed illustratori con gli stessi ragazzi, nell’ambito di laboratori creativi) e Più libri junior, che ha coinvolto tutti gli studenti della capitale invitandoli a cimentarsi con la scrittura.
La voglia di rendere la Fiera un punto d’incontro di tutte queste diverse esperienze narrative aveva alla fine lo scopo di raccontare tante storie per capire la Storia: passando dall’Iran alla Polonia, dal Kosovo al Portogallo, dagli Usa alla Svezia toccando Argentina, Francia, Messico, Albania, Romania, Congo, Uruguay, Germania, Croazia ed Olanda, si è voluto cercare di mettere le carte in tavola per una riflessione sul vero significato di società multietnica, per capire in cosa consista il processo delle migrazioni, cosa significhino oggi i nazionalismi, le guerre e le rivoluzioni.