Giunto alla sua seconda edizione, il Chrysallidem Festival (10 luglio – 24 luglio 2015) ha confermato il grande successo dello scorso anno. La manifestazione, promossa dall’Assessorato al Commercio, Turismo e alle Politiche Giovanili del Comune di Norma, si pone come evento unico in cui musica, teatro, cinema, arte e letteratura trovano spazio e si contaminano tra le strade e i luoghi storici del paese.
Il Chrysallidem Festival nasce dalla volontà di alimentare il fermento culturale offrendo interessanti proposte e sempre nuovi spunti di riflessione.
La ragionata direzione artistica ha permesso la realizzazione di una manifestazione di alto livello ponendosi come importante polo di riferimento culturale.
Tra le novità del Festival è da segnalare l’ingresso del mondo della letteratura con la prima edizione della Fiera del Libro organizzata dal Comune di Norma (LT), in collaborazione con l’Associazione Culturale Calliope e promossa dalla Compagnia dei Lepini, cui è stata affiancata, all’interno della biblioteca comunale, una mostra di pittura, scultura e fotografia curata da MAD – Museo Arte Diffusa nella figura di Fabio D’Achille.
Notevole la scelta degli ospiti, celebri autori contemporanei tra i quali il poeta Vincenzo Costantino Cinaski con lo spettacolo Nato per lasciar perdere – estratto dallo spettacolo Smoke e il Premio Strega Antonio Pennacchi, con il quale ha avuto luogo un’intervista-dibattito sulla tematica Lavoro e territorio.
Il cortile della scuola elementare in Largo Cestio ha ospitato la rassegna di cortometraggi Normovie che quest’anno, insieme alle proiezioni, ha proposto un’interessante retrospettiva su Mario Monicelli, promossa dal Comune di Norma in ricorrenza del centenario dalla nascita del Maestro.
Cinque sono state le serate dedicate alla musica che hanno visto prototagonisti i nomi di Zibba, Emanuele Colandrea, GaLoni, La Scapigliatura e il concerto a tre strumenti Strani stranieri di Maria Letizia Gorga, Giovanni Monti e Carmine Pongelli; il riuscito intreccio di sonorità eterogenee ha caratterizzato la serie di appuntamenti, conclusi con la serata Notte Jazz di domenica 19 luglio, durante la quale, nel suggestivo corso di Norma, si sono esibiti maestri di conservatorio e giovani jazzisti. In linea con la volontà di promuovere le realtà artistiche emergenti del territorio, l’edizione ha visto sfidarsi band locali in un contest musicale, il Chrysallidem Contest.
Vincitori sono stati i Distillastorie, che si sono aggiudicati un premio in denaro e la possibilità di esibirsi alla Notte Bianca di Norma, il prossimo 29 agosto.
Tra gli ospiti d’onore il celebre Antonio Rezza, con lo spettacolo Pitecus, andato in scena giovedì 23 luglio. Soggetto dello spettacolo è stato l’uomo nella sua veste più bestiale, immerso nei quadri di scena dai colori sgargianti concepiti da Flavia Mastrella. Ricalcando la struttura di sipario nel sipario, i quadri hanno ricreato un vero e proprio microcosmo in cui agivano confusamente tipi umani dall’estetica sgradevole e dall’interiorità degradata.
Partendo dalla realtà quotidiana e aggiungendo una marcata e immancabile vena caricaturale e comica, gli episodi messi in scena da Rezza si sono susseguiti slegati da un filo conduttore, lasciando emergere caratteri deformati da superbia e vanagloria. Pitecus prende dunque di mira le cosiddette culture dell’assopimento e della quiescenza creativa; il teatro, in questa prospettiva, ha di contro un ruolo terapeutico in quanto forma artistica capace di riaffermare il valore imprescindibile della ragione.
Il Chrysallidem Festival si inserisce così tra gli eventi più rilevanti del territorio pontino in cui a dibattiti, tavole rotonde, concerti, mostre e proiezioni cinematografiche si uniscono attività di vario genere, tra cui escursioni nei luoghi di interesse storico-paesaggistico, offrendo momenti di aggregazione tra cittadini e favorendo una più approfondita e consapevole conoscenza del territorio.
Incontro con VINCENZO COSTANTINO CINASKI
Nei suoi reading di poesia è spesso accompagnato da musicisti. Come intende l’unione di musica e parole? Che ruolo assume il suono? Può essere considerato un elemento a sé, svincolato dal significato didascalico?
La tradizione orale da sempre si basa su un accompagnamento musicale; la musica è nata prima della scrittura. Se pensiamo a Omero, solo successivamente le sue storie sono state raccolte in volumi, ma sono sempre state trasmesse oralmente accompagnate dalla cetra. Ma lo stesso vale per gli oratori francesi o per i griò. Mi piace vestire la poesia di musica, darle un’interpretazione sonora; questo tipo di processo fa parte dell’improvvisazione, della dimensione estemporanea. Mi piace dare al pubblico la possibilità di leggersi nella poesia, agevolato dalla musica.
La poesia è un fare, quindi è un lavoro?
No, la poesia è un modo di vivere.
C’è un proverbio russo che dice La chiesa è vicina, il bar è lontano, la strada è ghiacciata; camminerò con attenzione. È un invito a non farsi condizionare, a fare quello che ci piace e non quello che ci conviene. Come si dice, fai il lavoro che ami e non lavorerai neanche un giorno.
Incontro con ANTONIO PENNACCHI
Nei suoi romanzi le vicende personali dei protagonisti hanno un ruolo considerevole sullo sfondo storico. Cosa significa per lei raccontare storie?
Il raccontare è necessario e fondamentale perché i fatti non vadano persi, perché restino. Per questo ho scritto Canale Mussolini e Mammuth, per dare voce ai miei parenti e alla mia classe. Le dinamiche che muovono i grandi fatti sono le stesse che muovono i piccoli fatti. Le grandezze e le bassezze di ogni singolo hanno qualcosa di universale. In ogni singolo c’è tutto il bene e tutto il male.
Nel suo incontro-dibattito con il pubblico, durante il Chrysallidem Festival, ha detto che i ragazzi devono studiare. Quanto è importante conoscere la Storia per capire il presente e quanto invece è importante avere uno sguardo critico sul presente per interpretare la Storia?
Dante diceva «Non fa scienza, sanza lo ritenere, avere inteso»; non c’è conoscenza se non c›è ricordo, si tratta di ricordare per capire. I periodi, presente, passato, futuro, sono legati; tout se tient, tutto si tiene, dicono i francesi. Dunque, entrambi i punti di vista sono importantissimi. Spesso movimenti e comportamenti si ripetono. La consapevolezza del passato è primaria per capire chi siamo e viceversa.