L’APPRODO
Shaun Tan
Tunué
Aveva vinto un Oscar nel 2011 Shaun Tan, con il corto animato The lost thing, e ha pensato bene di ottenere lo stesso successo in campo letterario/grafico/illustrato con L’approdo. Una storia fin troppo – e maledettamente – comune quella che si intraprende con questa straordinaria graphic novel: un uomo comune si trova costretto, per via di problemi economici, a lasciare moglie e figlia e per cercare lavoro altrove. Diventa un migrante per bisogno e indigenza. Sembrerebbe un viaggio da turista, il suo, in giro per il mondo, perché possiamo letteralmente vedere (e non solo immaginare) tutte quelle personalissime sensazioni, dalla paura alla speranza, che lo attraversano mentre lui approda in innumerevoli luoghi, senza realmente appartenervi. Se non fosse per la scelta di quei toni seppia e grigi delle illustrazioni – non cartoline turistiche dai colori sgargianti e sfavillanti, ma momenti più o meno neri traboccanti di solitudine e ricordi. Un viaggio infinito, senza neanche mezza parola. E proprio per questo L’approdo è una specie di manuale, da tenere sempre a portata di mano: senza l’uso di toni forti o grida riesce a incamerare nel lettore la costrizione di un essere umano nel divenire straniero. Costretto a non poter rimanere a casa sua. Costretto.
Vera Viselli