di Martina Becchimanzi
Ereditare la parola chiave del programma di quest’anno, connessa alla necessità di segnalare quanto il ricambio generazionale non implichi un semplice ricevere, ma attivi un processo di trasmissione culturale e di rapporto fra le generazioni – ha spiegato il presidente del Comitato Scientifico Bodei. Oggi viviamo in un tempo spezzato: «Il passato ha perso di peso, il futuro è avvolto nell’incertezza, il presente sembra dominare». Durante la lezione magistrale intitolata Diventare Maggiorenni, Curi, professore emerito di Storia della Filosofia, ha analizzato quell’aspetto del ‘diventare maggiorenni’ che esula dal dato anagrafico e che è risultato di «un combattimento a cui siamo chiamati quotidianamente per uscire dalla subalternità», ponendo come esempio le storie di alcuni personaggi e del modo in cui questi hanno affrontato il processo di emancipazione. Edipo, che arriva ad un inconsapevole parricidio come mezzo di transizione. Gesù, che imbocca la strada opposta, disponendosi alla totale obbedienza, spinta al limite dello svuotamento. Curi scioglie l’interrogativo posto dalla contrapposizione tra parricidio edipico e obbedienza cristiana, introducendo una terza figura, quella di Bartleby – lo scrivano di Melville, il quale, alla richiesta di svolgere una mansione leggermente diversa dalla usuale copiatura, risponde naturalmente, ma con fermezza: «I would prefer not to». Potremmo rispondere semplicemente no a chi ci chiede di diventare maggiorenni? La lezione magistrale di Zagrebelsky, presidente emerito della Corte Costituzionale della Repubblica Italiana, intitolata Patto Generazionale è iniziata citando Bobbio: «nelle società evolute, il mutamento rapido ha capovolto il rapporto tra chi sa e chi non sa». «Oggi si vive una quotidiana gara nichilistica all’insegna della velocità, dell’efficienza e dell’innovazione, verso una meta che si allontana in misura proporzionale all’accelerazione». Chi non produce non esiste; chi è vecchio, lento, stanco non può accampare diritti. Ma i diritti umani in sé non dovrebbero dipendere dalle età dell’uomo; cita Accabadora di Michela Murgia e Le canzoni di Narayama di Shichiro Fukazawa, esempi nei quali le persone ‘socialmente inefficienti’ vengono asportate dalla società e con questo presupposto dimostra come, seppur oggi non si possano riproporre simili teorie, la pratica ne riproponga, comunque, gli esiti, scivolando verso una particolare forma di antropofagia. La cieca convenienza immediata, dunque, ci fa perdere di vista i diritti delle generazioni future, che sono e restano i nostri stessi diritti umani. Adolescenza il tema della lezione di Galimberti, già Professore di filosofia della storia e psicanalista di formazione junghiana. Durante l’adolescenza compare la sessualità che sconvolge la visione del mondo, chiedendone una riformulazione radicale. Ma prima dei 20 anni di età i lobi frontali, sede della razionalità, non compiono la completa maturazione. Gli adolescenti sono, quindi, costretti a cambiare la propria visione del mondo senza il supporto della razionalità. Galimberti fa riferimento ai primi tre anni di vita del bambino, durante i quali si formano le mappe cognitive ed emotive che filtreranno la conoscenza del mondo, si comincia a formare l’identità, che è soprattutto riconoscimento. Il bambino si fa domande, comprende e interiorizza il principio di causalità, incontra altri adulti significativi (le maestre) che è bene che i genitori difendano sempre, anche perché, precisa «La scuola elementare italiana è tra le migliori al mondo, poi peggiora progressivamente, fino ad arrivare all’Università che è disastrosa». Durante la Scuola Media comincia la rivisualizzazione del proprio corpo, il confronto sociale, si passa facilmente dalla gioia al dolore fino a provare situazioni di disagio e insofferenza. L’adolescente è stravolto a sua insaputa. Proprio per questo dovrebbe essere fondamentale educare ai sentimenti, evitando così di incorrere in situazioni di psico-apatia nelle quali non si riesce a riconoscere il bene e non si registrano le differenze con il male. Il migliore strumento di educazione, in tal senso, è la letteratura, tramite la quale si apprendono gioia, dolore, amore, disperazione e aggiunge: «Riempire le scuole di computer è un disastro; per specializzarsi c’è tempo. Prima di tutto la scuola deve formare gli uomini e le donne. Gli adolescenti si spaventerebbero meno se conoscessero l’evoluzione delle loro sofferenze attraverso la letteratura». La società in cui siamo oggi, non promette futuro e il futuro non retroagisce come motivazione; il giovane si assopisce, cerca l’anestesia, non vuole provare ogni giorno la sua insignificanza sociale. Ma se è vero che il futuro non attende i giovani, devono essere loro stessi a prenderselo «perché una società che riesce a fare a meno dei giovani, è una società destinata al fallimento». Appuntamento fisso quello rappresentato dalla lezione dei classici, con lezioni dedicate all’opera di Platone e di Aristotele, di Nietzsche e di Primo Levi. Ricchissimo il programma di mostre e di eventi collaterali. Al Palazzo Ducale di Sassuolo, la retrospettiva Riprese, dedicata a Carlo Mattioli, grande artista di origini modenesi, alla Manifattura Tabacchi di Modena Il manichino della storia, con opere di firme internazionali, provenienti da collezioni private dell’area emiliana che vanno dall’arte formale a quella rappresentativa. Di grande curiosità anche la mostra sui Testamenti dei grandi italiani, da Cavour a Pirandello. Fondamentale l’ambito creativo, tra i nomi che si sono susseguiti sui palchi di Modena, Carpi e Sassuolo Bottura e Niola, Lella Costa, Chiara Gamberale e Paolo Di Paolo, Valerio Massimo Manfredi, Neri Marcorè, Ovadia, Arrigo Sacchi, Niccolò Fabi, Danilo Rea. Il tutto assolutamente gratuito e costellato da mercatini di Libri filosofici e stand di gadget. In un mondo in cui i mezzi di comunicazione di massa offrono fast-food intellettuali, i festival culturali soddisfano il bisogno di senso. Il Festivalfilosofia non ha pretesa di ottenere un carattere educativo, rappresenta un supplemento d’anima.
Secondo Plutarco, esiste un luogo immaginario in cui le parole pronunciate in inverno, si scongelano in estate con il caldo. Il Festivalfilosofia scongela i pensieri. L’appuntamento è con il Festivalfilosofia 2016 Agonismo. «Discuteremo le declinazioni dell’agonismo contemporaneo – sottolinea Michelina Borsari, direttrice scientifica – le forme dell’atletica interiore e sociale, dalla ricerca del costante miglioramento del proprio corpo, fino alla dimensione sportiva e di squadra. Ma punteremo anche l’attenzione su come sia proprio la democrazia un agone che trasforma l’antagonista in avversario, integrandolo nel gioco politico».