TODD HIDO
di Valeria Martella
C’è un postulato, una restrizione della contemporaneità che si fa largo tra le opinioni di artisti e di critici, che sembra voler limitare la bellezza; un comune accordo per cui non deve essere presente in alcun dove. Un motivo – ovviamente – c’è. Nel passato i canoni estetici avevano sempre in qualche modo assicurato la riuscita di un’opera, o se non la assicuravano ne erano le fondamenta. Questo ha permesso l’instaurazione anche nei fruitori dell’arte della necessità di vedere qualcosa di bello, che spesso e volentieri ha a che fare con l’idea di rassicurante. L’arte contemporanea e quella moderna ancor prima hanno cercato di stravolgere questa condizione e di portare alla luce problematiche e tematiche diverse senza l’ausilio della bellezza, usufruendo spesso del suo contrario. Tutto ciò è storia, tuttavia come in ogni casistica esistono delle eccezioni.
Todd Hido (25 agosto 1968) è un autore contemporaneo che non teme la bellezza. Fotografo molto apprezzato a livello internazionale, rappresenta una parte di quella fotografia che fa da ponte tra la ricerca progettuale tipica dell’arte contemporanea e la metodologia del passato. I suoi scatti prediligono una certa desolazione, che sia essa manifesta in luoghi esterni/interni o negli occhi dei soggetti.
House Hunting, primo macro progetto dell’autore, consiste in una serie di fotografie in cui sono contenuti scatti realizzati in una ricerca notturna di storie. Le storie che vuole raccontare Hido non sono immediatamente visibili, si nascondo sempre dietro qualcosa che – nel caso di House Hunting – si trova dietro le luci accese di case abitate da sconosciuti. La ricerca è psicologica, l’autore evidenzia la corrispondenza tra ciò che è visibile e ciò che è nascosto, mediante il sensibile indaga ciò che non conosce. La fascinazione della possibilità che nascondono le finestre di Hido è tutto ciò che ci viene materialmente concesso. Una storia qualsiasi, un racconto già letto o immaginato. Non a caso l’artista appare nella copertina di una delle edizioni di Di cosa parliamo quando parliamo d’amore di Raymond Carver, una celebre raccolta di racconti dell’autore.
La ricerca procede quindi per Hido in una direzione leggermente diversa. Si appassiona alla bellezza – non che non fosse già contenuta negli scatti passati – ma questa volta vuole distaccarsi dal minimalismo delle fotografie di House Hunting per cercare qualcosa di ancor più potente.
Non volevo essere conosciuto come quello che fotografava le case di notte. Era giunto il momento di voltare pagina; avevo già scattato alcune foto di paesaggi quando fotografavo le case e decisi di avventurarmi per quella strada. Le mie foto notturne avevano sempre un’atmosfera desolata ed è molto difficile fotografare paesaggi allo stesso modo, per questo il mio lavoro è cambiato. Non mi sforzavo di compiere una transizione da un tipo di immagine ad un altro, semplicemente scattavo, e le foto che venivano fuori rivelavano una bellezza più classica. Quando fotografavo paesaggi non temevo la bellezza. Mi concedevo di contemplarla, nonostante il mondo della fotografia di allora non la vedesse di buon occhio. La guardai dritto negli occhi e le dissi: “Buongiorno bellezza”. Con il passare del tempo, la bellezza è diventata l’elemento caratterizzante delle mie fotografie ed ho iniziato ad apprezzare il potenziale estetico del paesaggio. Prima non avrei mai fotografato un tramonto, sarebbe stato troppo facile. (1)
Il trauma di un passato complicato ha accompagnato tutto il lavoro dell’artista ma è manifesto specialmente nei ritratti. “Ho visto cose che un ragazzo non dovrebbe vedere”. Di cosa si tratta, esattamente? Spazio all’interpretazione: una donna sdraiata in un’auto vintage, occhi lucidi, volti tagliati. Fa tutto parte di una ricostruzione della memoria blurryed, imprecisa ma estremamente efficace. Todd Hido mostra in questi ultimi scatti ciò che accadde all’inizio, prima di tutto. La messa in scena si trasforma in una fenomenizzazione del trascorso dell’artista tramite lo scatto.
(1) Todd Hido, Paesaggi, Interni e Nudi. Postcart Edizioni, 2015.
Originariamente pubblicato su Aura Magazine, rivista online nata nel 2018 con lo scopo di diffondere la cultura della fotografia contemporanea con uno sguardo all’estetica. Nomi internazionali e news da tutto il mondo, per un’informazione completa sulla scena artistico-fotografica di oggi.