Grugliasco 23.07.2018
a cura di Luca Vecchione
Anche un cantante navigato come Fabrizio Moro può trovarsi davanti a nuove esperienze. E così è stato in occasione della sua esibizione al GruVillage Festival dove si è trovato davanti a un pubblico di circa 4000 persone, situazione che non gli era mai capitata a Torino.
Il cantautore romano, con all’attivo 9 album in studio, ottiene il suo primo grande successo a Sanremo Giovani nel 2007 con il brano Pensa; da lì a poco inizia la sua ascesa nel panorama musicale italiano. Le sue canzoni vengono scelte per spot pubblicitari, film e serie tv e diventa anche autore per importanti artisti.
Arriva al GruVillage dopo la vittoria (con Ermal Meta) del 68° Festival di Sanremo e dopo la tappa d’apertura del suo tour estivo allo Stadio Olimpico di Roma.
La crescente popolarità degli ultimi anni gli ha permesso di avere una schiera di fan in continuo aumento, soprattutto giovani. Alle prime battute del concerto lui stesso ha dichiarato “Ricordo ancora la prima volta a Torino con 300-400 persone, ora ci sarà qualche zero in più… brindo a voi”.
Nel pubblico si distinguono i fan di vecchia data, che cantano ogni singola parola di ogni canzone, dai fan dell’ultima ora che si infiammano e cantano a squarciagola le hit più recenti o le canzoni maggiormente passate in radio negli ultimi anni.
La scaletta, così come la sua ultima fatica discografica, è un viaggio musicale che tocca in ordine sparso quasi tutta la sua discografia, dagli esordi fino ad oggi, con nuovi arrangiamenti e qualche intermezzo strumentale per permettergli di riprendere fiato. Si, perché quella timidezza e quell’atteggiamento a volte un po’ burbero, che lo contraddistinguono nelle apparizioni tv o nelle interviste, durante il live lascia spazio ad un artista che non si risparmia e dà tutto se stesso, dimenandosi come un folle o correndo sul palco per tutta la durata del concerto.
Dicevamo, quindi, la scaletta: Alessandra sarà sempre più bella, Fermi con le mani, L’essenza, L’eternità, Sono anni che ti aspetto, L’inizio e L’indiano sono alcuni dei titoli che l’artista ha proposto prima di smorzare questo viaggio con una serie di brani più introspettivi e intimisti suonati solo piano, chitarra acustica e voce come vuole la tradizione di ogni concerto di Moro che si rispetti. Tra quest, Eppure mi hai cambiato la vita, con cui ha partecipato al Festival di Sanremo nel 2008 (nella categoria Big dopo la vittoria nei Giovani l’anno precedente) e Sono solo parole, brano che Noemi ha portato sempre a Sanremo ma nel 2012.
Poi il concerto riprende nella sua forma polistrumentale e si tocca il punto massimo con Pensa e Non mi avete fatto niente in successione. Parole, rumori e giorni chiude idealmente il concerto, Moro e la band lasciano il palco dopo una lunga coda del brano ma le urla per un inevitabile – e desideratissimo – bis si sprecano.
I musicisti risalgono sul palco e il rush finale è composto da Libero, Sono come sono e si conclude con Pace, brano che da il titolo al penultimo disco del 2017.
Fino a pochi anni fa Fabrizio Moro era per i più “quello di Pensa”, un’artista che si credeva non sarebbe sopravvissuto nel tritacarne della musica italiana, come molte meteore che sono salite sul palco di Sanremo per poi sparire dalle scene. Ma invece eccolo a fine concerto a ringraziare il pubblico con un abbraccio simbolico, con gli occhi lucidi di un bambino consapevole che un altro obbiettivo è stato raggiunto. La conquista di Torino.
SCALETTA:
- Tutto quello che volevi
- Soluzioni
- Tu
- È solo amore
- Alessandra sarà sempre più bella
- Il peggio è passato
- La complicità
- Fermi con le mani
- L’essenza
- L’eternità
- Sono anni che ti aspetto
- L’inizio
- Ognuno ha quel che si merita
- Giocattoli
- Da una sola parte
- L’indiano
- Intanto
- Eppure mi hai cambiato la vita
- Sono solo parole
- Pensa
- Non mi avete fatto niente
- Portami via
- Parole, rumori e giorni
- Libero
- Sono come sono
- Pace