DROMOSCOPIA: THE GIRLFRIEND EXPERIENCE

di Vera Viselli 


Christine Reade (Riley Keough) è una giovane studentessa, al secondo anno di legge a Chicago, ed inizia a lavorare come stagista presso uno studio legale. Avery, una sua amica, la proietta nel mondo delle escort, e Christine ne rimane potentemente coinvolta ed attratta, per via del molto e facile denaro che le procura combinato con il controllo che, in qualità di donna, scopre di avere sugli uomini.

La miniserie (1 stagione, 13 episodi, presentata in anteprima al Sundance Film Festival) è basata sull’omonimo film di Steven Soderbergh del 2009 (il regista figura in questo caso solo come produttore esecutivo) ed è ideata, scritta e diretta dai promettenti Lodge Kerrigan ed Amy Seimetz per la rete televisiva americana STARZ. Al di là delle forti critiche ricevute dal New Yorker (perché sarebbe troppo breve e rigida, “stretta nelle convenzioni del suo stesso formato”), è vero che non vengono approfondite le azioni, i loro perché ed i per come, ma questa forma di rigidità di formato diviene un enorme pregio se si raccorda con l’algida protagonista. Christine si manifesta man mano come un’arrivista priva di sentimenti, dedita al piacere del sesso ed a quello del denaro, ma nonostante questo strabordante egoismo (come viene sottolineato spesso dai suoi famigliari) la vita patinata della ragazza arriva ad avere una crepa, esattamente come nel film di Soderbergh: la morte improvvisa di uno dei suoi più fedeli mecenati/clienti mostra la lieve impronta del dito sul vetro traslucido della sua vita. Un vetro che è onnipresente in tutta la narrazione, scintillante e riflessante: dai calici dei lussuosi ristoranti alle finestre dello studio legale e degli hotel, passando per i finestrini dei taxi. In questa esaltazione dell’estetica degli specchi non si riesce mai a capire se le sensazioni di Christine siano vere o calcolate al millesimo broncio, lasciando quindi semplicemente vedere (è un’ennesima riproposizione del voyeurismo, quella fatta dai due registi-ideatori, che prende il sopravvento sul fare) senza comprendere. Ma al bando ogni tipo di giudizio morale: The girlfriend experience non vende l’amore ma mostra, citando il New York Times, una lussuosa e brillante “finestra sul sesso”.

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