Intervista di Silvia Arduino
Daév, al secolo Davide Fusaro, è un cantautore romano che si sta facendo notare per il suo talento innegabile, sia per quanto riguarda la composizione, che per la sua voce, calda, pulita e avvolgente. Da anni è voce e chitarra dei Muscle Museum, cover band ufficiale dei Muse, con i quali ha affrontato tour che lo hanno portato sino in Turchia. Ha partecipato alla terza stagione di The Voice Italia, dove ha conquistato i giudici e, come ci racconta, una grande consapevolezza di sé.
Lo incontriamo dopo la pubblicazione del suo primo album, intitolato News From the Universe, avvenuta a dicembre con l’etichetta romana Twilight Music: un lavoro carico di significato, solenne e al contempo fresco, che trae ispirazione dalla necessità del cantautore di creare una connessione tra il suo mondo interiore e la realtà esterna.
Puoi raccontarci qualcosa del processo creativo dietro il tuo lavoro?
Inizio sempre da un sound strumentale, una melodia che affino pian piano, accostandole un suono vocale in fake english, uno strumento a me congeniale per l’espressione delle emozioni. La maggiore ispirazione dietro questo album, però, è nel titolo stesso, che ne fa da filo conduttore. Sono stato molto colpito dalla morte di David Bowie, ed ho ragionato sulla natura immortale dell’artista, ho voluto tributarlo proprio con la scelta del titolo e di alcune liriche del brano Dear John. Il pezzo racconta la scomparsa di una persona a me cara, e voleva essere una lettera indirizzata ad un mittente non raggiungibile, inghiottito dall’universo. L’associazione con Bowie è stata spontanea, immediata.
Oltre Bowie, quali sono gli artisti che hanno creato il tuo gusto personale per la musica e cambiato il modo di concepire il tuo lavoro?
La verità è che le influenze possono arrivare dalle parti più disparate, bisogna saperle cogliere.
Penso che anche ascoltare Baglioni quando ero piccolo, in auto con i miei genitori, mi abbia lasciato qualcosa dentro. Crescendo ho sperimentato varie fasi, arrivando a definire il mio gusto personale e riconoscendo come mie ispirazioni e maestri Jeff Buckley, Björk, Sting e i Radiohead.
Quali sono le esperienze che ritieni più importanti nella tua formazione artistica?
Sicuramente lo studio, che mi ha permesso di passare da un modo di intendere la musica più adolescenziale ad una conoscenza più completa, partendo dal corso presso la Sonus Factory, che mi ha aiutato a plasmare le mie capacità di interprete ed avvicinarmi a sonorità diverse da quelle che conoscevo o su cui già lavoravo.
Assieme all’arrangiatore dell’album, Damiano Bianchi, ho frequentato il corso di composizione tenuto dal maestro Giuseppe Barbera, presso il C.E.T di Mogol. Barbera è stato fondamentale per farmi aprire alla scrittura, rivelandosi una figura per me decisiva sia a livello professionale che umano.
Qual è il brano del tuo album che ritieni più significativo, con cui hai un legame più profondo?
Probabilmente la terza traccia, Fog O, su cui ho iniziato a lavorare a 17 anni e che ho più volte rimodellato fino alla pubblicazione. L’ispirazione è nata dallo studio tra i banchi di scuola dell’Orlando Furioso di Ariosto, dalle suggestioni dell’ascolto di musica rock e metal, e da quel concetto di rabbia dato dalla perdita dell’amore. Assieme a Ray Sperlonga, che mi ha aiutato ad adattare i testi del disco in inglese, abbiamo definito tutto questo utilizzando come metafora la nebbia che ti avvolge e trasporta nel senso di vuoto, di nulla cosmico, di una relazione finita.
Quali sono i prossimi appuntamenti promozionali in cui potremo scoprire News From the Universe?
Stiamo definendo le date del tour e di una presentazione ufficiale. Per ora posso dirvi che il 9 marzo alle ore 19 sarò alla RED Feltrinelli di via Tomacelli a Roma, con un set live acustico, e che il primo singolo estratto dall’album, Boxes, è stato inserito come Just Discovered nella piattaforma di Mtv New Generation.