di Vera Viselli
Caravaggio non è stato semplicemente un grande pittore, ma un precursore della messa in scena teatrale e cinematografica, grazie ai suoi personali utilizzi della luce radente che sperimentava in studio, posizionando le lanterne in determinati spazi per lasciare in ombra le parti che meno lo interessavano. Caravaggio Experience, quindi, non può essere semplicemente una mostra: si tratta di una full immersion che coinvolge lo spettatore/visitatore a 360 gradi nei 57 capolavori del pittore della luce, attraverso la tecnologia immersiva. Le opere vengono riprodotte in un video di 50 minuti visibile su un sistema di pannelli a cristalli liquidi LCOS, con un sistema di proiezione assolutamente avanguardistico (INFINITY DIMENSION®) e grazie ai 33 proiettori Canon XEED in Alta Definizione, con l’apporto delle musiche originali composte ad hoc da Stefano Saletti e delle percezioni olfattive scelte dai maestri profumieri dell’Officina Profumo – Farmaceutica di Santa Maria Novella.
Saletti ha composto delle musiche originali perché la luce, in Caravaggio ha un suono. Ed è una luce talmente grande che arriva a raccontare la vita come a rendersi assente, rimanendo nell’ombra. La scelta è caduta su suoni duri ed acidi, ma il compositore ha lavorato su due diversi piani: l’accentuazione della drammaticità con le corde, gli archi, le percussioni e le distorsioni; la rarefazione degli spazi musicali con grandi riverberazioni dei suoni. Questa dicotomia musicale rappresenta quella scenica di Caravaggio, perché in lui c’è la vita e la morte, il bene ed il male, e la musica asservisce a questa sorta di spaesamento, risultando essere prima dura e spigolosa, poi tornando a dar voce a luce e colori, rassicurando per un attimo e rimettendo subito tutto in discussione.
Un’esposizione di tali dimensioni aveva certamente bisogno di una regia, quella di Stefano Fomasi, che ha lavorato insieme ai video artisti di The Fake Factory – e vorrei sottolineare l’idea stessa di regia: pensare di inserire le opere di Caravaggio in un progetto di arte immersiva (immersiva perché si fa ricorso all’uso di tecnologie digitali, musiche, suoni, video proiezioni e profumi – in questo caso non del 3d perché se potenzialmente era alla base dell’idea iniziale poi concretamente mal si sposava con la fruizione museale – per cercare di ottenere il massimo coinvolgimento dello spettatore, per portarlo non idealmente ma fisicamente all’interno dello spazio creato dall’artista) nasce per via della tridimensionalità dello stesso Caravaggio. L’uso della luce nella definizione dei corpi e nella composizione degli spazi lo avvicina direttamente alla figura del regista e dello scenografo, rendendolo artefice e creatore di veri e propri racconti, nella misura stessa in cui lo fa il cinema. Fomasi ha quindi pensato di suddividere questo suo grande racconto in momenti ben distinti:
LA LUCE: ne La Vocazione di Matteo si avverte una nuova percezione emotiva dello spazio, perché la luce divina – proveniente dalle spalle di Cristo – che illumina tutti gli astanti viene avvertita solo da Matteo, il quale indica se stesso proprio perché è lui ad essere stato chiamato/illuminato.
IL NATURALISMO: convergono qui opere come Il Bacco, Il suonatore di liuto, L’amore vincitore, San Giovanni, I musici, ossia tutti quei personaggi – protagonisti di scene di vita vissuta – che il pittore incontra per le strade di Roma, come pure nelle botteghe e nei palazzi.
TEATRALITÀ: vengono mostrati gli elementi strutturali e compositivi delle opere, prive di luce e colori, per coglierne l’essenzialità grazie alla posizione dei corpi ed ai loro equilibri, alla scelta dell’illuminazione, alle forme geometriche, alla profondità tridimensionale secondo una scomposizione e ricomposizione digitale di linee e dettagli. Una menzione particolare, in questo caso, per Medusa: l’atto drammatico di Perseo che taglia la testa di Medusa viene trasformato in una ‘sequenza splatter’, con i serpenti che prendono vita – come fossero dei veri capelli mossi da folate di vento – ed il sangue che si fa largo fino a prendere completamente possesso dello schermo, trasformando il buio pesto in un profondo rosso.
VIOLENZA: è parte integrante della vita di Caravaggio: l’omicidio commesso durante una rissa, la conseguente condanna a morte, la fuga per non essere giustiziato. È una violenza di cui si è reso protagonista e spettatore per i vicoli romani e le osterie, e che non poteva non interferire con la sua creazione artistica.
Infine, il percorso si chiude seguendo la cronologia della vita e dell’arte del pittore, con una galleria virtuale dove poter ammirare tutte le opere nel loro insieme.
Caravaggio Experience
Palazzo delle Esposizioni
Via Nazionale. 194 – Roma
24 marzo – 3 luglio 2016
Orari
domenica, martedì, mercoledì e giovedì: dalle 10.00 alle 20.00;
venerdì e sabato: dalle 10.00 alle 22.30; lunedì chiuso
Informazioni e prenotazioni
tel. 06 39967500; www.palazzoesposizioni.it