di Francesca Busatto
Nei primi approcci al mondo videoludico di ogni giocatore c’è il momento sorprendente della scoperta dei giochi di ruolo e delle avventure grafiche: Monkey Island, Myst, Maniac Manson, fino ad arrivare a prodotti più recenti come Life is strange e Beyond.
E’ affascinante e magica l’idea di riportare una storia, a mo’ di libro o film, su uno schermo. La possibilità da parte del player di scegliere, di avere libero arbitrio e modificare la narrazione seguendo le proprie sensazioni e idee. Il personaggio e la storia che prendono forma grazie a te, giocatore. Si viene catapultati all’interno di un mondo parallelo, simile a quello immaginario in cui troviamo rifugio da piccoli.
C’è una saga che ha rubato il cuore di milioni di utenti. Quella di Assassin’s Creed (Il credo degli Assassini): una serie di videogiochi d’avventura, per PC e console, sviluppati dalla Ubisoft Montréal dal lontano 2007 e ambientati in varie epoche storiche, ma tutte con uno stesso filo conduttore.
In particolare, Origins e Odyssey, usciti rispettivamente nel 2017 e 2018, sono i titoli più accattivanti, che possono dire mi abbiano stregato. Ambientati in epoche piene di fascino – quella dell’Egitto Tolemaico e della Guerra del Peloponneso – con trame davvero avvincenti, hanno eclissato gli altri titoli della stessa saga (perfino Black Flag che pure è un ottimo prodotto che ho adorato).
Ma concentriamoci sull’ultimo uscito, Odyssey, diverso rispetto al precedente per alcune aggiunte che lo hanno reso un gioco di ruolo a tutti gli effetti. Risulta obbligatorio, difatti, accumulare esperienza per poter proseguire con le trame principali e secondarie. La storia dei protagonisti, Kassandra o Alexios, s’intreccia, tramite la possibilità di scelta di dialogo e le quest, a quella di altre figure storiche realmente esistite come Socrate, Erodoto o Ippocrate. La Ubisoft, con Odyssey, ha migliorato la modalità di combattimento, rendendolo più dinamico e stimolante grazie alla possibilità di scegliere fra numerose abilità che permettono di buildare il personaggio a proprio piacimento: guerriero, cacciatore e assassino.
La mappa, inoltre, è stata visibilmente ampliata generando un open world in cui esplorare senza sosta, alla ricerca di grotte o isole misteriose. L’aspetto visivo e grafico raggiunge livelli di risoluzione e verosimiglianza che, dopo Origins, era difficile immaginare. Ogni personaggio, ogni edificio o elemento naturale è curato alla perfezione, sia cromaticamente che architettonicamente. Per non parlare della magnifica colonna sonora dei The Flight (gli stessi di Black Flag, guarda caso), che aiuta ad immergersi nell’atmosfera come fossimo spettatori di una pellicola cinematografica.
Un game che incontra i gusti di chi ama la Storia antica, l’arte e i prodigi della grafica 4K. In sostanza, giocare ad Assassin’s Creed Odyssey è un’emozione dall’inizio alla fine, corredata dalla giusta dose di pathos e difficoltà che rendono ancor più soddisfacente l’atto stesso del giocare. Ma io, dopotutto, sono di parte.