di Federico Grandicelli
Per il progetto Equivalenze ho deciso di lavorare con carta fotografica bianco e nero, utilizzando la camera oscura come atelier. Ciascun fotogramma è il risultato dell’esposizione alla luce dell’ingranditore di fogli di carta fotosensibile piegati in forme differenti. Forme che allo stesso tempo ho registrato con delle Polaroid istantanee bianco e nero per banco ottico. Il mio obiettivo era di ottenere una ed una sola unica foto dell’oggetto rappresentato, comparabile con l’unicità del fotogramma che avrebbe preso forma subito dopo. Trovo affascinante la corrispondenza biunivoca tra le due immagini, si crea un dialogo tra l`immagine generatrice e quella generata. Con questa ricerca ho anche soddisfatto il desiderio di manipolare la carta fotografica a mio piacimento, giocandoci, piegandola, curvandola, forzandone i limiti materiali e cercando di oltrepassarli, senza preoccuparmi dell`effetto invasivo di queste procedure e manipolazioni, ma allo stesso tempo riuscendo anche a ottenere un’immagine che rispondesse a dei canoni, “corretta”.
Il desiderio di rompere le regole si bilancia perfettamente con il formalismo che è alla base del mio lavoro artistico: mi baso su un processo rigoroso, diretto e relativamente semplice, che ha sempre a che fare con il produrre qualcosa di inusuale. Quando mi dedico a un nuovo processo o a un nuovo materiale, mi confronto con una gamma di limiti ogni volta differente: spesso il lavoro sta tutto nel forzare i materiali fino all’estremo delle loro possibilità. Credo che le cose interessanti comincino ad accadere a partire da una vera e propria relazione fisica fra le immagini, quando si oltrepassano le limitazioni della carta fotografica e si inizia ad avere un rapporto fisico con il materiale.
Equivalenze di Federico Grandicelli, a cura di 3/3, è stato presentato da
Honos Art – Contemporary Art Gallery
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