intervista a cura di Arianna Forte
È imminente l’apertura di Spring Attitude 2016, il Festival Internazionale di Musica Elettronica e Cultura Contemporanea che per il settimo anno consecutivo animerà la capitale. In questa ultima edizione il focus del festival non sarà soltanto sulla più ricercata musica da clubbing ma sull’universo digitale in toto. Infatti un’ampia selezione di artisti visivi e performer digitali di calibro internazionale affollerà la sezione Arts&New Media, diretta da Caterina Tomeo, docente di Arti elettroniche e digitali presso RUFA – Rome University of Fine Arts.
Nonostante sia indaffaratissima e alle prese con gli ultimi preparativi, Caterina Tomeo ci ha gentilmente concesso di farle qualche domanda prima dell’opening di stasera:
Innanzi tutto come nasce la tua collaborazione con Spring Attitude? Mi pare ci sia un saldo connubio tra il festival e l’accademia RUFA…
La mia collaborazione con il festival è nata per un caso fortuito alcuni anni fa, ci siamo incontrati e c’è stata fin da subito una condivisone di un pensiero, di un progetto: portare a Roma il meglio della ricerca sperimentale avanzata. Il coinvolgimento di RUFA invece è una novità di quest’anno e riguarda solo la sezione Educazione. Grazie a questa importante partnership abbiamo potuto organizzare tre workshop, due per studenti e addetti ai lavori che si terranno presso la Rome University of Fine Arts, e uno per bambini e famiglie che si terrà presso il Museo Explora di Roma.
Già nell’edizione precedente si era configurata l’idea di integrare la programmazione musicale con i lavori di alcuni artisti elettronici, quest’anno addirittura la sezione Art&New Media è così consistente da aver quasi lo stesso peso e la stessa attrattiva delle Performance musicali. In un festival come Sprig Attitude, come nasce la necessità di aprirsi alla ricerca artistica e perché?
Lo scorso anno abbiamo aperto il festival alla ricerca artistica contemporanea e alle ultime tendenze generazionali con il progetto Spring + On, che ha visto la partecipazione di figure di spicco della scena internazionale quali Robert Henke e Edwin van der Heide, oltre a giovani emergenti come i Quiet Ensamble. Quest’anno Spring Attitude è riuscito a strutturarsi maggiormente, articolandosi in diverse sezioni dedicate non solo alla musica, ma anche all’arte e alla formazione. Il festival si sta focalizzando sempre di più sulla multidisciplinarietà, dunque sull’interferenza e sulla contaminazione tra i diversi linguaggi artistici contemporanei.
Chi sono gli artisti che si esibiranno in questa edizione? Come hai direzionato la tua scelta?
Sono artisti molto diversi tra loro, ma tutti hanno in comune l’ossessione per la ricerca. Quest’anno, nella sezione Arts & New Media, come Art Director continuo ad esplorare l’arte contemporanea con particolare interesse per le ricerche nell’ambito della New Media Art e della Sound Art. Mi sono concentrata sul lavoro di artisti le cui opere vertono sul rapporto tra arte, design, architettura, tecnologia e suono, illuminando le produzioni più recenti che nascono dunque da un contesto ibrido e multilingue. Tra gli artisti presenti all’opening del MAXXI, John Duncan, Otolab, Dvaic Nod, Giorgio Gigli feat Lord Z, NONE, ALTERA; all’ex caserma gli Otolab, Giannico con gli studenti RUFA, Alex Cremonesi ed infine Metapherein.
Un evento molto atteso è sicuramente Altera LVSS la proiezione di architectural mapping ad opera di Gianluca Del Gobbo, Martin Mayer e Fabio Sestili. Se in questi anni si sono susseguite le proiezioni sui monumenti/simbolo della città eterna – Il Colosseo, i Fori Imperiali, Teatro Marcello, la Basilica San Pietro, la Fontana di Trevi, etc – mai è stato presentato un progetto per il MAXXI. Qual è il rapporto quindi tra questa arte che consente di “aumentare” e di ridisegnare digitalmente lo spazio e il Museo MAXXI come luogo emblematico per la cultura romana?
Sicuramente la performance site specific di videomapping è tra i momenti più attesi del festival, poiché per la prima volta Altera trasformerà virtualmente l’architettura di quello che consideriamo il Museo di Arte contemporanea più importante di Roma. Si tratterà di un omaggio al Museo, e al nostro pubblico, attraverso un’opera mutevole in cui le coordinate audio e video saranno generate costantemente in presa diretta. Il progetto è stato finanziato dal nostro partner Catenate group, che ha scelto di sostenere Spring Attitude proprio per la qualità dei contenuti e per la capacità di mettere in dialogo le tecnologie con progetti creativi che sfidano sempre di più le possibilità espressive di questi nuovi mezzi.
Come accennavi prima, un’altra novità di questa edizione è la sezione Educational: tre interessantissimi workshop condotti dagli artisti stessi, uno dalla celebrità John Duncan, uno dai pionieri della scena italiana Otolab e uno dedicato ai più piccoli a cura di Francesco Giannico. Questa sarà una grande opportunità per i partecipanti e introduce un elemento decisivo nel festival, quello della collaboratività e della creatività condivisa. Quanto è importante per te che l’arte e la tecnologia siano intese secondo questa ottica?
Credo molto nella condivisione e nell’importanza di trasferire la conoscenza delle arti elettroniche e digitali senza perdere di vista le differenze generazionali. Insegno da molti anni, quindi è stato abbastanza naturale riportare questa mia visione nel festival. Siamo riusciti ad organizzare tre workshop sul rapporto tra suono e arti visive e il pubblico ha risposto con grande entusiasmo. Abbiamo ricevuto centinaia di iscrizioni. Inoltre siamo il primo festival in Italia che abbia pensato un workshop sul suono per soli bambini di età compresa tra i 6 e i 10 anni. Mi ritengo soddisfatta.
In Italia, affianco agli eventi oramai consolidati in materia, sono un paio di anni che fioriscono mostre e iniziative di arti digitali e media art. Qual è lo stato dell’arte di questa scena?
Direi che in Italia ci sono troppe iniziative che propongono un’arte d’intrattenimento in cui si subisce la fascinazione della tecnologia, ma allo stesso tempo per fortuna esistono progetti che vertono sulla ricerca più radicale ed estrema. Ci sono tanti giovani di talento in questo paese, direi sia fondamentale sostenerli! Purtroppo i migliori se ne stanno andando via!
A mio avviso l’ampliamento delle sezioni Art&New Media ed Educational fa parte di una fase di maturazione e completamento di Spring Attitude. Qual è il futuro di queste sezioni?
Sicuramente queste nuovi sezioni hanno trasformato Spring Attitude nell’evento più importante e atteso della capitale, con una grande affluenza anche di visitatori stranieri. Non solo un festival di musica, ma anche un appuntamento imperdibile di arti elettroniche e digitali che hanno dato al festival un respiro più ampio e una maggiore risonanza culturale. Credo che per crescere tutte le sezioni abbiano bisogno del contributo economico e finanziario delle amministrazioni locali, che fino ad oggi hanno dato solo le location. Per realizzare il progetto culturale quest’anno ho fatto salti mortali, spero il prossimo anno di riuscire a lavorare con maggiore libertà.
In copertina: Altera Lvss